30 anni dal Trattato di Maastricht

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Secondo atto fondamentale della costruzione europea dopo il Trattato di Roma del 25 marzo 1957, il Trattato di Maastricht fu firmato nella cittadina olandese sulle rive del Mosa il 7 febbraio 1992 dagli allora 12 Paesi membri della Comunità Europea (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna).

Entrato in vigore il 1° novembre 1993, oltre all’istituzione di politiche comunitarie in sei nuovi settori (reti transeuropee, politica industriale, istruzione e formazione professionale, gioventù e cultura, tutela dei consumatori), questo trattato richiedeva in particolare agli Stati membri di coordinare le loro politiche economiche al fine di istituire una moneta unica. Infine, con il protocollo sociale allegato al trattato, le competenze comunitarie furono estese in campo sociale, ad eccezione del Regno Unito.

Con il Trattato di Maastricht l’Europa fece un grande passo avanti, superando l’iniziale obiettivo economico della Comunità, e intraprendendo un percorso tutto politico verso il rafforzamento della legittimità democratica delle istituzioni, lo sviluppo di una dimensione sociale della Comunità europea, l’istituzione di una politica estera e di sicurezza comune.

Con il Trattato di Maastricht la Comunità europea cessò di esistere, per lasciare il posto all’Unione europea